Nominata la nuova giunta a Terrasini

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Il primo cittadino Massimo Cucinella rompe gli indugi e nomina i nuovi 4 assessori. Si tratta di Pietro Palazzolo consigliere decaduto dopo la recente sentenza del Tar, Carlo Favazza giovane terrasinese candidato al consiglio comunale con la coalizione che appoggiava la candidata a Sindaco Moceri, Norino Ventimiglia ex assessore e attuale consigliere comunale e Marina Randazzo giovane studente universitaria figlia dell’assessore uscente Salvatore Randazzo. Le deleghe saranno assegnate nei prossimi giorni.  Si tratta di una giunta giovane, motivata e che promette di fare bene per un paese che oggi più che mai non ha bisogno di una politica che litiga e divide ma che aggrega e lavora sodo per risolvere i problemi che attanagliano il nostro paese. Ai nuovi assessori auguriamo buon lavoro.

Terremoto politico a Terrasini

Il sisma è di quelli che lasciano davvero tante macerie e ahimè qualche vittima. Macerie politiche s’intende e vittime istituzionali. Si proprio così perché a seguito della sentenza n. 482 del 29-02-2012 del Tribunale Amministrativo Regionale, più comunemente conosciuto come TAR Sicilia, 8 Consiglieri comunali devono abbandonare lo scranno occupato per 9 mesi circa e lasciare il posto ad altrettanti candidati, 6 dei quali hanno visto accogliere il proprio ricorso contro l’attribuzione di quei seggi. Della sentenza ne beneficeranno anche i 2 candidati che hanno preferito non fare ricorso ossia Gianfranco Puccio e Antonello Randazzo. Gli uscenti sono: Continua a leggere

La sconfitta di un paese!

Ieri sera si è consumata una delle pagine storicamente più amare per il paese di Terrasini. Si è conclusa traumaticamente la legislatura dopo 3 anni e mezzo vissuti in maniera politicamente schizzofrenica, tra avvicendamenti in giunta e polemiche in consiglio comunale, in una situazione surreale dove governare era diventato pressochè utopistico. Dopo il lungo intervento durato più di un’ora in cui il Sindaco ha puntato il dito contro il consiglio comunale ma in particolare contro il Presidente Paolo Croce reo di aver “insabbiato” alcuni provvedimenti rallentandoli o addirittura bloccandoli come per esempio quello per la strada d’accesso del nuovo  liceo linguistico, lo stesso  abbandona il Consiglio comunale fra gli improperi dei consiglieri. Tutti, nessuno escluso, hanno criticato il Sindaco definendolo alcuni “arrogante” altri “indegno” altri ancora “ineducato”  per essersi defilato senza ascoltare le motivazioni che poco dopo avrebbero permesso ai consiglieri di sfiduciarlo. E allora come il Consigliere Norino Ventimiglia ha evidenziato nel proprio intervento il Sindaco poteva scegliere se finire male o malissimo il proprio mandato ed ha optato per la seconda ipotesi. Ventimiglia continua ricordando come si sia provato a dare un senso a questa legislatura attaverso tentativi di apertura di dialogo con il Sindaco, un Sindaco che però ha dimostrato per ben 3 volte, tante sono state le mozioni di sfiducia, di essere politicamente davvero ingenuo se non incapace. Ha avuto la possibilità di finire il proprio mandato, doveva solo cercare il dialogo in Consiglio comunale, dialogo significava raggiungere l’appoggio di almeno 11 consiglieri comunali attraverso la stesura di un nuovo programma di rilancio per il paese. Invece no, è stato sordo ed ha perso anche i 3 consiglieri che in quest’ultima fase gli avevano teso la mano, Norino Ventimiglia, Rosolino Palazzolo e Salvo Brunetti. Hanno perso tutti,  ha perso anche il consiglio comunale guidato davvero in maniera discutibile dal presidente Paolo Croce. Un presidente che in barba alla sua carica prestigiosa e superpartes ha dimostrato di essere parziale e ha pure fatto da capofila nelle tre mozioni di sfiducia. Cosa davvero fuori da ogni logica istituzionale. E proprio contro di lui ha puntato il dito il Norino Ventimiglia, dichiarandosi pentito di averlo votato come Presidente perchè ha dimostrato di non esserne all’altezza, nessun progetto, nessuna proposta solo muro contro muro. E allora bagno d’umiltà e riconoscimento dei propri errori da parte di tutti conclude Ventimiglia.  Di errori ha parlato anche Salvo Brunetti che ha fatto anch’egli il mea culpa su tante scelte dei consiglieri e che ha evidenziato l’incapacità ad amminastrare di questo Sindaco (ormai ex). Nel primo intervento il consigliere Giosuè Maniaci accusa il Sindaco di aver mortificato le professionalità e i giovani terrasinesi affidando incarichi a gente esterna smentendo quello sloagan che aveva caratterizzato la sua campagna elettorale “Terrasini ai terrasinesi”. Il consigliere Fabio Viviano accusa il Sindaco di essere allergico alle gare d’appalto e avvezzo agli affidamenti diretti.  Di “oggettive” e “obiettive” motivazioni politiche per sfiduciare Consiglio ha parlato Antonello Randazzo. Non si può non approvare un progetto di salute pubblica che mirava a monitorare i rischi che si corrono nel nostro territorio su determinate malattie, da un Sindaco ma soprattutto da un medico non me l’aspettavo ha detto, ci volevano solo 60 mila euro ma niente…il consigliere Randazzo  preannuncia anche le proprie dimissioni dalla carica qualora la mozione non passasse.  Critiche anche dai Consiglieri politicamente “vicini” al Sindaco, Nunzio Maniaci e Salvatore Pizzo. Il primo ha parlato di tradimento del programma che era stato costruito assieme a tanti giovani, il secondo ha criticato le scelte sul campo della legalità, “non si può essere Assessore alla legalità e alla trasparenza e poi difendere i boss vedendoli tutti i giorni”. Il chiaro riferimento è all’avvocato Ventimiglia, ex assessore, che era anche difensore di alcuni boss contro cui il comune si era schierato parte civile in un processo di mafia. Anche gli ultimi interventi sono stati molto critici con l’ormai ex Sindaco Consiglio.  Insomma coro unanime di dissenso più o meno marcato, più o meno motivato, ma sostanzialmente finalizzato all’azzeramento istituzionale a Terrasini. Alla seduta non ha partecipato il consigliere Mariella Puccia e al voto finale il consigliere Caponetti il quale si è dichiarato in dissenso con entrambi gli schieramenti, pro e contro sfiducia. Hanno votato quindi 18 consiglieri e all’unanimità è passata la mozione.  Forse il dott. Consiglio si giocherà l’ultima carta, il ricorso al tar ma con scarsissime possibilità di successo visti i precedenti degli altri comuni con analoghe esperienze, ricordiamo Partinico pochi anni fa.  Adesso l’assessorato regionale agli enti locali nominerà un Commissario che traghetterà il Comune fino a nuove elezioni, presumibilmente a maggio 2011. Tutti a casa quindi nella speranza che l’imminente nuova campagna elettorale ci regali  degli amministratori più efficienti e più disposti al dialogo istituzionale ma soprattutto con i cittadini. Il nostro auspicio è che il nuovo Sindaco sia persona giovane, onesta, preparata ed equilibrata, con quel pò di esperienza che gli permetta di affrontare una nuova avventura per il bene del popolo terrasinese in maniera concreta. Auguri 

Terza mozione di sfiducia al Sindaco Consiglio.

Stavolta sembrano fare sul serio. A Terrasini 15 consiglieri comunali su 20 oggi alle ore 14:00 hanno firmato un documento che mira a mandare a casa il primo cittadino e di conseguenza assessori e consiglieri stessi. Contestualmente l’assessore al turismo e allo sport Dario Giliberti ha rassegnato le proprie dimissioni. Sembra proprio che si stia mettendo la parola fine a questa legislatura che sicuramente non passerà alla storia. Sui tempi e i modi del voto di sfiducia vi aggiorneremo presto.

COMUNICATO STAMPA DEL CONSIGLIERE NORINO VENTIMIGLIA

Al fine di contribuire a fare chiarezza e di mettere nelle condizioni di valutare correttamente i fatti accaduti nella seduta di Consiglio Comunale, tenutasi Giovedì 22 u.s., è opportuno fare delle precisazioni in merito a delle inesattezze contenute in alcuni comunicati circolati:

 

–         l’emendamento presentato durante i lavori d’aula è stato letto dal sottoscritto nella qualità di Presidente della Commissione Consiliare Urbanistica che, all’unanimità, ha approvato un emendamento che era stato precedentemente concordato con la Presidenza del Consiglio Comunale. Nulla c’entra pertanto l’UDC ne, tantomeno, i rapporti che il partito ha con l’Amministrazione;

–         l’emendamento in questione non intendeva in alcun modo affermare “una legalità parziale” ma al contrario voleva evitare una disparità di trattamento tra cittadini che si sono resi responsabili di medesime inadempienze amministrative. L’obiettivo condiviso insieme alla Presidenza del Consiglio Comunale, infatti, era quello di inquadrare il problema dell’abusivismo edilizio, relativamente all’intero territorio e non di trattarlo in maniera “parziale”, impegnando l’Ufficio a produrre un elaborato di inquadramento urbanistico generale circa l’abusivismo edilizio del territorio comunale, al fine di poter meglio individuare i servizi da destinare a pubblica utilità.

Infatti, il comma 5 dell’art. 31 della Legge 380/01, più conosciuta come Testo Unico delle Disposizioni Legislative e Regolamentari in Materia Edilizia recita: “le opere abusive, già acquisite al patrimonio del Comune, sono demolite con Ordinanza del dirigente o del responsabile del competente ufficio comunale a spese dei responsabili dall’abuso, salvo che con deliberazione consiliare non si dichiari l’esistenza di prevalenti interessi pubblici e sempre che l’opera non contrasti con rilevanti interessi urbanistici”.

La proposta di delibera sottoposta all’approvazione del Consiglio prevedeva appunto che il Consiglio si esprimesse circa l’esistenza di prevalenti interessi pubblici che, in assenza di rilevanti contrasti con interessi urbanistici, consenta l’utilizzo dei manufatti abusivi per fini collettivi. Pertanto sarà sfuggito a qualcuno che la proposta di delibera già suggeriva, così come prevede la Legge, di non demolire alcuni di questi manufatti realizzati nelle aree esterne alla Riserva, per poterli utilizzare come servizi connessi alla gestione della “Riserva Naturale Orientata di Capo Rama”. Per le opere realizzare abusivamente all’interno della Riserva invece, è prevista la sola demolizione e il conseguente ripristino dei luoghi senza alcuna possibilità di recupero.

Per questo motivo non si comprendono le sterili polemiche che qualche gruppo consiliare vuole innescare su un argomento così importante che dovrebbe vedere invece la compattezza di tutte le forze politiche. Assistiamo invece, come sempre più spesso accade purtroppo, all’ennesimo rinvio di importanti argomenti che il Consiglio Comunale è tenuto a trattare (vedi Revisione del Piano Regolatore Generale, scelta del sito del Depuratore, Unione dei Comuni etc.) con la conseguenza di non operare alcuna scelta su importanti tematiche di sviluppo e di crescita del nostro territorio. 

Sull’argomento in questione, la posizione dell’UDC, condivisa dal MPA e dalla PDL rappresentata dal Consigliere Caponetti, è stata espressa con la presentazione di un Ordine del Giorno che, a seguito della volontà espressa dalla maggioranza consiliare di rinviare il punto, e quindi far perdere ulteriore tempo all’esecuzione delle demolizioni, chiedeva al Consiglio Comunale di impegnare l’Amministrazione Comunale e l’Ufficio Urbanistica a procedere urgentemente alle demolizioni dei manufatti ricadenti all’interno della Riserva di Capo Rama, utilizzando le somme del bilancio comunale già impegnate per tale scopo.

L’Ordine del Giorno non è stato approvato dal Consiglio Comunale essendo stato votato soltanto dai gruppi consiliari che l’hanno condiviso.

 

Norino Ventimiglia

Capogruppo Consiliare U.D.C.

Raffaele Lombardo indagato per concorso esterno in associazione mafiosa.

CATANIA – Il Governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, e suo fratello Angelo sono indagati a Catania con l’accusa di “concorso esterno in associazione mafiosa”.
Indagati anche il fratello Angelo e l’udc Fagone

La decisione è stata presa dalla procura etnea sulla base di un corposo rapporto di tremila pagine confezionato dai Carabinieri del Ros. Il dossier, all’esame del Procuratore della Repubblica, Salvatore D’Agata, fa riferimento alle relazioni tra il Governatore e il fratello, deputato nazionale, con alcuni boss.

Nel faldone top secret, spiccano le rivelazioni di un pentito e le intercettazioni telefoniche e ambientali che documenterebbero i contatti tra il capo assoluto della mafia catanese, Vincenzo Aiello, e i fratelli Lombardo. Con loro sono indagati anche un deputato regionale dell’Udc, Fausto Fagone, il sindaco di Palagonia, altri sindaci di comuni catanesi, numerosi amministratori comunali e provinciali, che sarebbero stati eletti grazie al “massiccio” appoggio ed “impegno” delle cosche mafiose del clan storico di Cosa nostra che faceva capo a Nitto Santapaola e che ora è capitanato da Vincenzo Aiello. Quest’ultimo è stato arrestato qualche mese fa durante un summit in cui si discuteva se aprire o meno una guerra contro le bande criminali catanesi, degli appalti da gestire e di come “comunicare” con il Presidente della Regione, Raffaele Lombardo che – una volta eletto a capo del Governo Siciliano – aveva eretto una vera e propria barriera per evitare intercettazioni telefoniche e “contatti” compromettenti. Accorgimenti che non hanno impedito agli investigatori del Ros di ricostruire, in due anni di indagini, le relazioni tra i fratelli Lombardo con i boss di Catania, in particolare con Vincenzo Aiello, “capo Provincia” di Cosa nostra, ed altri esponenti della malavita che durante il periodo elettorale si erano trasformati in “galoppini” raccogliendo, con le buone o con le cattive, migliaia di voti per fare eleggere Raffaele ed Angelo Lombardo, ed altri esponenti politici segnalati alle cosche mafiose. “Raffaele ha creato un circuito chiuso” diceva Vincenzo Aiello ai suoi uomini e alla persona (identificata ed indagata) che faceva da “corriere” tra Lombardo ed il capomafia riferendo soltanto “a voce”. Nelle conversazioni intercettate dai carabinieri del Ros anche le “critiche” che il capomafia faceva a Raffaele Lombardo, per avere voluto nella sua giunta, magistrati-assessori, Massimo Russo, ex magistrato antimafia a capo dell’assessorato alla Sanità, Giovanni Ilarda, ex assessore alla Presidenza della Regione e Caterina Chinnici, figlia di Rocco Chinnici, capo dell’ufficio istruzione di Palermo, ucciso dalla mafia con un’autobomba nel 1983. “Raffaele ha fatto una “minchiata” a fare questi magistrati assessori, perché questi, anche se lui è convinto che lo faranno, non potranno proteggerlo” commentava il boss Vincenzo Aiello parlando con i suoi “picciotti” e riferendosi al fatto che proprio in quei giorni un alto funzionario della Regione Siciliana era stato indagato per l’appalto relativo all’informatizzazione della Regione.

Agli atti dell’inchiesta, coordinata direttamente dal Procuratore D’Agata ed affidata al procuratore aggiunto Gennaro e ad altri quattro sostituti, ci sono ore ed ore di intercettazioni telefoniche ed ambientali che inguaiano il fratello del Presidente ed il suo autista “personale”. Quest’ultimo, secondo quanto ricostruito dai carabinieri del Ros, teneva i rapporti (“da vicino e mai al telefono”) con i boss e gli altri esponenti delle famiglie mafiose. La sua automobile era stata imbottita anche di microspie, ma l’autista, le aveva scoperte e in automobile non parlava più. Un’altra parte dell’inchiesta, molto corposa, riguarda gli “affari” dei fratelli Lombardo e di esponenti politici e funzionari regionali a loro legati che hanno sostituito i burocrati fedeli all’ex presidente della Regione, Salvatore Cuffaro (anche lui indagato, processato e condannato per favoreggiamento a Cosa Nostra), che controllano ormai tutti i punti vitali della spesa pubblica siciliana, dalla Sanità ai finanziamenti europei, alla formazione professionale, al grande business dell’energia alternativa, fino alla gestione dei rifiuti. L’inchiesta è ormai conclusa, i fratelli Lombardo rischiano la richiesta di arresto. Raffaele, anche se presidente della Regione, non gode dell’immunità parlamentare, per il fratello Angelo, invece, sarebbe necessaria l’autorizzazione della Camera dei deputati.

 

Articolo tratto da “Repubblica”

Niente parentopoli ma aumento compensi ingiustificato!

Si è concluso con due condanne e cinque assoluzioni il processo per la cosiddetta parentopoli al Comune di Terrasini. A un anno e sei mesi ciascuno sono stati condannati l’ex sindaco di An Nino Randazzo e l’ex assessore Aldo Ventimiglia. Assolti gli ex consiglieri comunali Mario Bongiorno e Giovan Battista Pizzi, la figlia di quest’ultimo Giorgia, la figlia di Ventimiglia, Milena, e il politico dell’Udc Giuseppe Sciascia.

La vicenda ruota attorno a due delibere del 2004: quella con cui la Giunta, guidata da Randazzo, ampliò la composizione del Nucleo di valutazione del Comune inserendo la figlia dell’assessore Ventimiglia, quella dell’allora consigliere Pizzi, l’ex consigliere comunale Bongiorno e Sciascia. Sotto accusa anche la delibera con cui venne deciso l’aumento dei compensi che spettavano ai membri del Nucleo.

La cosiddetta parentopoli arrivò in Procura quando l’allora capo dei vigili urbani Rosario Palazzolo fece un esposto sostenendo che i nuovi componenti del Nucleo, tutti parenti o amici di assessori e consiglieri, non avessero i requisiti previsti dalla legge per accedere all’incarico.

Nell’esposto si denunciava, inoltre, l’irregolarità degli aumenti di compensi passati da 200 a 450 euro al mese. Per la vicenda vennero rinviati a giudizio, con l’accusa di abuso d’ufficio, politici, amministratori e familiari che sarebbero stati favoriti. I giudici della terza sezione del tribunale hanno ritenuto insussistente l’accusa di abuso relativamente alle nomine, mentre hanno condannato sindaco e assessore che emisero l’ordinanza di aumento dei compensi.

Tratto da Sicilia Informazioni

Ultim’ora: ecco la nuova giunta Consiglio.

Comunichiamo ai nostri lettori che il Sindaco Girolamo Consiglio ha finalmente deciso i nomi che formeranno la nuova giunta dopo i tre falliti tentativi di sfiducia. Fra i sette nuovi assessori vi sono 2 riconferme e sono Renzo Lo Grasso e Angela Viviano,  a questi si aggiungono 5  new entry e sono: Dario Giliberti,Fabio Censoplano,Massimo Cucinella,Antonia Romeo e Roberto Conigliaro. Per le deleghe assessoriali, le reazioni e i nuovi equilibri politici in Consiglio comunale attendiamo sviluppi che non mancheremo di pubblicare.

 

 

Il voto popolare ha ancora valore?

L’evoluzione che la politica regionale sta attraversando in questi mesi ci porta seriamente a riflettere e a porci una serie di domande. La domanda che legittimamente si pongono tantissimi siciliani è fondamentalmente una: il voto popolare ha ancora valore? Ciò può sembrare paradossale dato che il nostro democratico sistema elettorale fa del voto popolare quindi della volontà degli elettori il suo cardine. Tuttavia trova ampia giustificazione dopo il ribaltone che il governatore siciliano Raffaele Lombardo ha posto in essere nel governo e negli equilibri politici della regione. Continua a leggere

Terrasini volta pagina!

Ieri sera il consiglio comunale di Terrasini ha vissuto una delle pagine più significative della storia politica di Terrasini. La tanto inseguita mozione di sfiducia al sindaco Consiglio, leit motiv degli ultimi mesi, non è passata. La votazione si è così conclusa: 11 favorevoli, 2 contrari e 7 astenuti. Sono venuti a mancare quindi i 13 voti necessari per legge per mandare a tutti casa Sindaco in testa. La voce che il progetto sfiduciario non sarebbe andato in porto era già nell’aria da qualche ora. La sorte bizzarra ha voluto che a “salvare” il Sindaco Girolamo Consiglio siano stati 2 consiglieri dal nome pressocchè identico e cioè Gianfranco Puccio (voto contrario) e Mariella Puccia (astenuta) ma mentre la defaillance del consigliere Puccia era nell’aria da tempo quella del consigliere Puccio è stata davvero un fulmine a ciel sereno. Il clamoroso colpo di scena il consigliere Puccio lo riserva però poco dopo con un accorato intervento al termine del quale lascia la carica di consigliere comunale dichiarando le proprie dimissioni. Entrambi i consiglieri facevano parte dei 13 firmatari del documento di sfiducia. Si arena miseramente quindi prima di arrivare in porto  l’ennesimo tentativo di sfiduciare il primo cittadino. E di questo fallimento prende atto il consigliere Gianfranco Puccio rassegnando le dimissioni dalla propria carica. Il percorso politico del consigliere Puccio non è facile da analizzare visto che da accanito promotore della sfiducia si trasforma in un tenace difensore del Sindaco. Tuttavia questo gesto sicuramente coraggioso e non facile da registrare in politica ne fa una persona coerente che prendendo atto del fallimento del progetto di sfiducia lascia la propria carica politica. Gesto che dovrebbe essere seguito e imitato da chi con lui ha fallito nel progetto. Il primo firmatario del documento di sfiducia e cioè Il Presidente del Consiglio Paolo Croce non ha ancora preso atto della clamorosa sconfitta politica. Il ruolo che in questi mesi lo ha visto esposto in prima persona all’attacco frontale al Sindaco gli farà trarre sicuramente le naturali conseguenze e gli imporrà le dimissioni non solo da Presidente ma anche da consigliere comunale. I cittadini non capirebbero se ciò non accadesse. Alcuni consiglieri hanno sottolineato nei propri interventi la necessità di nuovi equilibri anche e soprattutto in consiglio comunale mettendo in luce il fallimento del Presidente ed esortando l’apertura di una nuova fase, fra questi il consigliere dell’Udc Norino Ventimiglia.
Ma andiamo nei dettagli, gli 11 voti favorevoli sono stati dei seguenti consiglieri: Croce (Presidente del consiglio), Ventimiglia Filippo (Vice presidente), Randazzo, Mistretta, Viviano, Militello, Manici Giosue’, Serio, Davì, Pizzo Salvatore (Pdl), Infantolino; i 7 astenuti: Norino Ventimiglia, Brunetti, Maniaci Nunzio, Gallina, Cascio, Caponetti, Puccia; i 2 contrari: Puccio e Pizzo Salvatore (Pd).
Il consigliere dimissionario Puccio verrà sostituito dal primo dei non eletti della lista che appoggiava l’ex candidato a sindaco Giuseppe Cammillerri e cioè Rosolino Palazzolo.
Giuseppe Cammilleri assieme a Giuseppe Anselmo (altro ex candidato e sindaco) e Clemente Maniaci (ex sindaco e Presidente del Consiglio) erano fra i nomi che circolavano come possibili nuovi assessori proposti dai 13 firmatari del documento di sfiducia. Saranno stati questi nomi a fare saltare il progetto? Molti addetti ai lavori sostengono questa tesi e anche noi siamo orientati ad appoggiarla.
Terrasini cerca quindi di voltare pagina, si apre una  nuova  fase in cui si prospettano nuovi scenari e nuovi equilibri. Il Sindaco adesso non ha più ne alibi ne scuse, ha in mano la propria sorte e quella di Terrasini, a breve presenterà una nuova giunta che dovrà certamente essere riferimento di almeno 11 consiglieri per raggiungere equilibrio e dare finalmente stabile governabilità al paese. Terrasini non può più aspettare, le controversie politiche non fanno altro che alimentare pessimismo fra la cittadinanza. Il porto non può più aspettare, il piano regolatore nemmeno, va affrontato e risolto il problema dei rifiuti, il treno della ripresa economica che timidamente sta muovendo i primi passi non può essere assolutamente perso dal nostro paese. Speriamo che sia la volta buona!